Cuba para bailar

Cuba para bailar

"¡Cuba para bailar!" una delle frasi più ricorrenti nelle canzoni cubane, spiega molto bene l'importanza della musica per questa nazione. La musica tradizionale cubana costituisce un patrimonio artistico noto e apprezzato a livello mondiale. Lo stile di vita dei cubani stessi è strettamente legato alla musica che accompagna pressoché tutti i momenti della vita, in forma sia di canto, sia di ballo, sia di esecuzione strumentale. L'isola di Cuba ha sviluppato un'ampia gamma di stili musicali creoli, basati sulle origini culturali europee e africane. In questo articolo ci occuperemo principalmente di uno dei più popolari balli caraibici: La salsa Per comprendere la genesi della salsa bisogna partire dal Son, da cui ogni altro genere avrebbe tratto origine, da Cuba, dove i ritmi africani degli schiavi hanno conservato e sviluppato le proprie radici mescolandole alle tradizioni musicali europee, dal Flamenco andaluso, alla Romanza francese. Dobbiamo risalire alla fine del 700, quando nell'isola di Haiti le ribellioni degli schiavi neri spinsero molti latifondisti francesi a insediarsi nella regione Cubana d'oriente, sancendo l'inibizione della "contaminazione" musicale : balli figurati e quadriglie venivano reinterpretati dalle percussioni dei neri, dando origine al Danzon Cubano, il primo ritmo che rappresenta la sintesi dei due continenti. Nel 1901 Cuba ottiene l'indipendenza dalla Spagna e, paradossalmente, la musica di origine africana subisce una maggiore repressione rispetto al precedente dominio coloniale: l'aristocrazia proibisce l'uso dei tamburi, considerati un simbolo di tradizioni selvagge. In tal modo il Danzon si diffonde nei salotti borghesi mentre nelle campagne continuano a proliferare i ritmi basati sulle percussioni. Tra le più popolari è il Son Montuno e proprio questo diverrà la base ritmica della salsa. Il Son è il più vigoroso genere carnevalesco di fronte al quale qualsiasi canzone si converte in una anticanzone qualsiasi contenuto nella parodia di questo. Una burla non solo destinata a suscitare sorrisi o risate, ma con una forte carica critica armonizzata dalla coniugazione di ritmi e contrappunti ritmici. Si può definire un canto popolare, canto in cui la parte lirica che espone il tema è costituita dal Son propriamente detto, mentre il Montuno è il gioco di domande e risposte tra coro e solista. Sulla base ritmo-timbro-armonica inizia l'interpretazione della melodia o del motivo, con le variazioni locali e strumentali e nel finale la parte più grezza e scherzosa per il crescendo di improvvisazioni, più veloce della precedente, un cambio di senso proiettato verso l'assurdo, a volte espresso solo dal coro. Dal Son prenderanno vita la Rumba, il cui termine indicava le feste collettive degli schiavi liberati, la variante conosciuta come Conga, dal nome del tamburo che segnava il passo, e quindi la Graracha, un Son dal testo picaresco che avrà una straordinaria diffusione negli anni trenta. Da una variante del Danzon, il Danzonete, deriva invece il Mambo, impostosi sulla scena mondiale dal 1948 hanno in cui Pérez Prado, allora conosciuto pianista, ispirandosi alle big band americane, lanciò questo nuovo ritmo che la chiesa bollerà addirittura come indecente e osceno per la carica erotica implicita nel ballo. Ciascuno di questi ritmi costituirà l'origine o l'ispirazione per molti altri, come un albero genealogico dalle radici comuni, fino al Merengue, la Cumbia, passando per la Bomba, la Plena, La Pachanga e altri generi. Alla fine arrivò l'influenza del Jazz, con l'ingresso dei tromboni nei "conjuntos" (gruppi) musicali. Allora il terreno sarà finalmente fertile per far fiorire la somma di tutto questo : la SALSA, fusione di un vasto complesso di ritmi afroantillani che si condensano in questa parola conferendole un significato semantico e una localizzazione geografica. La salsa, ritmo il cui principale merito è di essere riuscito ad infrangere le barriere razziali, a dare voce e identità alle minoranze latine emarginate cancellando i confini tra i paesi latino americani.
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