Di ritorno dalla Giordania

Di ritorno dalla Giordania



Il ritorno dalla Giordania è stato molto simile a quello degli altri viaggi che ho avuto la fortuna di fare nella mia vita. Un senso di dolce melanconia pervade il mio essere ad ogni piccolo ricordo dei luoghi visitati e degli spettacoli della natura e dell ingegno dell uomo.



È trascorsa una settimana da quando attendevo con mestizia il volo per Roma, volo che stava a significare il mio rientro nella realtà di tutti i giorni, quella fatta dal correre a 100 all ora, dalle bollette da pagare, dalle gioie delle amicizie e dell amore, dalle rotture di scatole del lavoro.



Una dolce tristezza che ti attanaglia l animo perché sai di tornare alla normalità e sai che un pezzo di te è stato lasciato in un altro posto del mondo, un posto che forse non avrai più il tempo o la voglia di visitare.



Ho deciso di andare in Giordania perché è un paese che mi ha sempre attratto, un paese dove il contrasto, benché attenuato, tra le varie culture e religioni è palpabile in ogni dove.



Un paese che, a differenza dei suoi cugini, è riuscito faticosamente ad instaurare una stabilità politica e sociale tale da permettere alla popolazione di vivere con una certa tranquillità, senza dover paurosamente attendere ad ogni momento un attentato o qualche atto di discriminazione razziale o religiosa.



Perché la Giordania è stata per secoli il crocevia di tante culture e tanti popoli.



Una terra nella quale la gente ha imparato pian piano ad apprezzare le diversità, a capire che l essere differenti non rappresenta necessariamente un pericolo ma forse un opportunità.



Prima di partire me la immaginavo come una zona del mondo desertica o quasi ed invece ho avuto la piacevole sorpresa di scoprire che, nonostante l acqua la abbeveri scarsamente, molti tratti sono caratterizzati da zone lussureggianti di verde, boschi, pinete e coltivazioni di frutta ed ortaggi.



La zona a nord di Amman, sulla quale poi tornerò, ha quali mete importanti ed assolutamente da visitare Gadara e Gerasa.



Entrambe offrono allo spettatore resti di antiche città romane, segno della dominazione avvenuta all incirca verso il I secolo D.C.



Gadara, cittadina costruita quasi per intero con il basalto che ne da, a tratti, un aspetto tetro, offre sicuramente meno rispetto a Gerasa ma, a dispetto della più sontuosa sorella, ti regala una spettacolare panoramica su tutta la zona circostante tra cui anche il lago Tiberiade, meglio conosciuto come Mare di Galilea, si proprio quello ove Gesù fece uno dei suoi miracoli più clamorosi, camminare sulle acque.



Perché questa terra, al di là delle bellezze architettoniche e delle follie artistiche quali Petra, ti offre due millenni di storia, cultura e soprattutto religione.



Qui, sono sorte le più diffuse religioni monoteistiche nel mondo.



L ebraismo, il cristianesimo e l islam.



Tre religioni tra loro unite dallo stesso credo e dallo stesso Dio, differenti soltanto per la messa in pratica del loro credo ma che rispettano gli stessi principi e gli stessi valori.



Tre religioni usate nel tempo, e purtroppo ancora oggi, come pretesto per combattere, per avere la predominanza sull altro, per avere il potere.



Gerasa è un meraviglioso affresco della potenza di Roma.



Teatri, vie colonnate, templi dedicati a Zeus ed Artemide, mosaici di epoca bizantina, l arco di Traiano, il circo, un foro dalla caratteristica forma ovale e tanto altro.



A rendere il tutto più affascinante è il rigoglio di prati e fiori che abbracciano amorevolmente le rovine del glorioso passato dando all intero paesaggio un non so che di poetico e pittoresco.



E pensare che se non fosse stato per i circassi, popolazione dal caucaso chiamata per coltivarne le terre, la città avrebbe potuto svelare tante altre bellezze.



Amman, denominata la città bianca per il materiale utilizzato nella costruzione delle case e delle altre strutture, è invece una città moderna e decisamente liberale rispetto alle forme più integralistiche della religione mussulmana.



Non è difficile imbattersi in donne vestite all occidentale o ottenere una bella birra alcolica nei locali della città. C è addirittura il Mc Donald!



È ormai una vera e propria metropoli araba con miriadi di macchine che la percorrono, quasi ferendola sembra, in tutte le vie e viuzze, con locali ad ogni angolo e poi mercati e gente disponibile che chiacchiera per la città o tenta di venderti qualunque cosa abbia tra le mani.



Andando a sud ti imbatti poi in Madaba, famosa per il suo incredibile mosaico che dà una rappresentazione della situazione politica ed etnica dell epoca in cui fu creato. In pratica una vera e propria mappa della zona.



E Petra, la vera grande attrazione del paese.



Una città fondata dai Nabatei, popolazione araba di cui poi se ne sono perse le tracce.



Una città che, a mio parere, rappresenta una vera e propria follia dell ingegno umano.



Templi e tombe e acquedotti e cisterne interamente scavati nella roccia.



Una roccia dai più variegati colori, rosso, giallo, bianco, blu, viola.



E poi ancora percorsi e scalinate su per le montagne dai cui picchi puoi, ancora sudato e scosso dalla fatica, sederti, accenderti una sigaretta e gustarti appieno lo spettacolo dove i turisti sembrano formiche ed il silenzio è interrotto soltanto dai megafoni dei minareti che ricordano ai fedeli che è ora di pregare.



E pensare che questa città, interamente scavata nella roccia, era solo ed unicamente il luogo di culto e di commercio di un popolo che, come consuetudine araba, viveva nelle tende.



Vedere questo sito ti affascina ad ogni angolo, ad ogni curva, ad ogni anfratto e ti fa capire che l uomo moderno in fondo non ha inventato nulla, che gli antichi popoli erano già in grado di avere una tecnologia ed una capacità organizzativa che nulla avrebbe da invidiare a quella attuale.



E ti fa pensare, per l ennesima volta, come l uomo sia però nel concreto un essere pauroso, costretto sempre a dover escogitare qualche rimedio per difendersi dal resto del mondo.



Fateci caso ma l intera storia dell umanità è stata sempre e profondamente segnata dalla paura, paura degli elementi, paura degli altri esseri viventi, paura soprattutto dei suoi simili.



Comunque credetemi quando vi dico che da sola vale il prezzo del biglietto. Credo sia uno di quei posti in cui, per chi ama viaggiare come me, non si può non andare.



E poi il Wadi Rum, il deserto più famoso del paese, un deserto percorso per secoli dai commercianti di spezie, un deserto roccioso dove le montagne accerchiano tonnellate di sabbia gialla e rossa e nascondono graffiti inneggianti ai miracoli della vita.



Ed infine si arriva sulle rive del Mar Morto, a detta di studiosi ed archeologi il luogo in cui avvenne il diluvio universale.



È ormai un posto di villeggiatura dove ci si può rilassare con una temperatura mite e soprattutto con una rilassante nuotata nelle acque più salate della terra. È una sensazione davvero strana non riuscire, neanche a volerlo, affondare. Ma mi raccomando attenti agli occhi che brucia!



Questo è il mio succinto racconto della Giordania, ovviamente ho omesso tante altre visite quali i castelli arabi, le fortezze crociate, la piccola Petra o Betania.



È un paese affascinante per tanti aspetti che ti porta indietro di secoli e secoli fino agli albori della civiltà, quella civiltà che si va perdendo giorno dopo giorno.



 



Marco Gubitosi


Via dei Campani, 63
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