Dipingere l'Africa: lo stile tingatinga
Colori brillanti e piatti, disegni semplici, materiali poveri: queste sono in linea generale gli aspetti che caratterizzano le opere accomunate, dal momento della nascita dello stile negli anni '60 fino a oggi, sotto il nome di stile tingatinga.
Questo genere pittorico, visivamente accattivante e vicino per temi alle correnti europee naïf e surrealiste, fece facilmente presa sui viaggiatori occidentali, che comprarono fin da subito ben volentieri le opere degli artisti locali. Eppure quest'arte da turisti , tanto obbligata sul piano della forma a rispondere a certi criteri di commerciabilità, ha saputo anche evolversi al passo con la società tanzaniana, della quale ha saputo interpretare le trasformazioni. L'eredità del fondatore Edward Said Tingatinga (da cui lo stile evidentemente prende nome) fu raccolta da una scuola che continuò a seguirne la poetica, e grazie sicuramente anche al successo commerciale dello stile, quest'arte dalle umili origini è finita con l'essere, oggi, senz'altro l'espressione artistica più rappresentativa della Tanzania.
Si diceva delle umili origini di quest'arte, e infatti quando negli anni Sessanta cominciò a dipingere, Edward Said Tingatinga era un uomo con un'istruzione elementare che lavorava come domestico per un funzionario britannico nell'area di Dar es Salaam: la sua vocazione artistica, che cercò in un primo momento sfogo in campo musicale, trovò il suo mezzo espressivo in materiali poveri e in uno stile semplice. Nei suoi primi lavori trovarono posto animali rappresentati con forme stilizzate e fantastiche, dipinti su materiali di scarto, pezzi di legno o masonite, con vernice per biciclette. L'uso degli accesi colori degli smalti per telai, dettato dalle necessità, divenne poi caratteristico dello stile tingatinga: gli smalti non diluiti donavano alle opere una caratteristica lucidità e la densità dei colori aggiungeva una dimensione plastica alle campiture a causa della sovrapposizione dei vari strati di vernice.
Il successo commerciale dello stile tingatinga ne ha esteso la popolarità in altri paesi africani: sia in Tanzania che nei paesi limitrofi, molte opere vengono vendute come tingatinga sfruttando la fama della scuola. Ovviamente solo una parte minoritaria di queste è effettivamente l'opera di artisti appartenenti alla scuola originale. La necessità di creare opere appetibili per i turisti ha contribuito a caratterizzare in maniera ben definita l'arte tingatinga: opere di piccole dimensioni, facilmente trasportabili in aereo, recanti immagini che rimandano all'Africa così come percepita nell'immaginario europeo (gli animali selvaggi sono i soggetti più rappresentati), o anche decorazioni su oggetti di arredamento apprezzati come souvenir.
Rimane aperto a discussioni se l'arte tingatinga sia uno stile totalmente originale oppure legato ad precedenti tradizioni artistiche, e, nel caso, quali queste siano. Affinità sono probabilmente da ricercare nell'arte della costa orientale dell'Africa, dove si può ritrovare quel bisogno caratteristico dell'arte tingatinga di riempire totalmente lo spazio a disposizione dell'artista, in questo caso con le fantasie tipiche della cultura Swahili. Le speculazioni sul fatto che prima di cominciare con i lavori portatili su basonite Tingatinga avesse eseguito dei dipinti su parete, collegherebbero inoltre la sua arte alle tradizionali pitture murarie delle tribù Makua e Makonde, da cui il pittore stesso discenderebbe.