I luoghi in cui si scopre il significato di un viaggio in Madagascar
Madagascar … da quanti anni sognavo di andare in Madagascar, il mio paradiso terrestre! Sono ansiosa di raggiungerlo e sono convinta che le mie aspettative non saranno disattese. La prima parte del viaggio si svilupperà attraverso gli altipiani e subito veniamo colpiti dall alternanza di colori che sfilano davanti ai nostri occhi. Questa è la parte più fertile del Madagascar e la popolazione si dedica quasi esclusivamente alla coltivazione della terra ed all allevamento degli zebù. Il verde brillante delle risaie, dove le donne, chine ed immerse con i piedi nell acqua, ci osservano con un sorriso, si affianca al marrone intenso della terra, che gli uomini lavorano spingendo gli aratri tirati dagli zebù. Nonostante la fatica del lavoro, i loro occhi riescono sempre ad esprimere disponibilità ed accoglienza nei nostri confronti. E così affascinante il contrasto di colori e sembra di attraversare una coperta di patchwork! Lo sguardo scivola qua e là ed è interessante vedere come la struttura delle case sia diversa ogni volta che cambia la tribù stanziata nella zona.
Le abitazioni sono costruite in terra cruda e sembrano fatte di marzapane, con i lori colori pastello che vanno dal beige al marrone rossiccio delle pareti, al grigio antracite dei tetti di paglia. Alcune sono delle palafitte e spesso si accede al piano di sopra con delle scale esterne di legno. Ovunque, quando ci fermiamo, frotte di bambini ci circondano guardandoci con i loro occhioni scuri e ci regalano dei sorrisi che non dimenticheremo. Sono vestiti di stracci, sono sporchi ma, quello che ci colpisce, è l espressione di gioia sul loro viso che li fa essere stupendi. Durante il tragitto visitiamo dei villaggi di artigiani, in alcuni casi dei veri artisti. Qui ancora esiste il vero artigianato e la globalizzazione, nel suo significato più negativo, non è ancora riuscita ad attecchire. Siamo affascinati dalla maestria con cui queste persone riescono a creare degli oggetti unici. La nostra prossima tappa è il parco di Ranomafana, che rappresenta l ultima foresta pluviale rimasta in Madagascar, in cui avremo modo di osservare i famosi lemuri, simbolo di quest isola. Ci inerpichiamo in mezzo a boschi di bambù, in mezzo al fango che ci incolla le scarpe al terreno e che lo rende scivoloso, ma siamo contenti di riuscire a vedere una specie abbastanza rara: il lemure dal naso largo. Proseguendo sulla route n.7 finalmente riusciamo a capire perché il Madagascar è chiamata l isola rossa e crediamo che il villaggio simbolo di questa definizione sia rappresentato da Ambalavao. Secondo noi non sarebbe esagerato definirlo il Villaggio Rosso, perché una patina di terra rosso fuoco ricopre ogni cosa! E una cittadina vitale e meriterebbe una sosta più lunga ma purtroppo dobbiamo ripartire diretti verso il parco dell Isalo, uno dei parchi più visitati del Madagascar. Il paesaggio inizia a cambiare, la terra fertile è pian piano sostituita da una vera e propria savana, con ciuffi di erba secca che spuntano qua e là.
Arriviamo al tramonto ed il paesaggio circostante si accende di un caldo colore ambrato. Il giorno seguente con una guida ufficiale iniziamo l esplorazione del parco. Fa molto caldo e questo ci impone una sosta durante le ore più calde della giornata per evitare insolazioni. Il parco è piuttosto arido e roccioso ed il nostro percorso si snoda attraverso dei canyon, lungo i quali scorrono dei corsi d acqua; ci sono anche delle cascate dove ci si può rinfrescare facendo un bagno. Lasciato l Isalo proseguiamo verso Tulear e questa è sicuramente la parte più noiosa del viaggio. Aveva ragione Elysée, il nostro accompagnatore: qui è tutto piatto, un deserto dovunque si volga lo sguardo e l unica cosa da fotografare sono i famosi baobab che ancora non avevamo visto e che sarebbe impossibile non notare, con la loro forma di albero rovesciato, che si staglia imponente nell azzurro del cielo! Tulear è piuttosto anonima e disordinata ma è il punto di partenza per raggiungere il mare … quello bello! La mattina successiva con un motoscafo raggiungiamo in un ora di navigazione Anakao. La traversata si rivela piuttosto avventurosa perché il mare è abbastanza agitato, soprattutto quando siamo costretti ad uscire fuori dalla barriera corallina ma, alla fine, siamo ripagati pienamente del sacrificio. Il lodge che abbiamo scelto è splendido e l accoglienza è molto cordiale. Intorno a noi non c è niente ed i giorni seguenti ne approfittiamo per esplorare la zona rimanendo affascinati dalla bellezza del luogo! Da un lato si snodano chilometri di spiaggia incontaminata, dove incontriamo solo qualche pescatore e dove possiamo fare un bagno favoloso … da soli!! Invece, spostandoci nel lato opposto, dopo aver attraversato un promontorio, ci ritroviamo nel villaggio di Anakao e qui ci tuffiamo con gioia nella sua atmosfera pulsante di vita. Le donne vendono oggetti di artigianato oppure sono impegnate nelle loro faccende domestiche, gli uomini sono indaffarati intorno alle loro barche, ritirando le reti piene di pesce e poi … bambini in ogni angolo, che giocano spensierati in acqua, sulla spiaggia e che ci prendono per mano per divertirsi anche con noi. Siamo veramente travolti da tutto ciò e vorremmo rimanere di più , vorremmo aver scoperto prima quest angolo di gioia. Venire ad Anakao e non trovarsi qui sarebbe stato un peccato. Questi sono i luoghi in cui si scopre il vero significato di un viaggio in Madagascar, dove le persone confidano ancora nel prossimo e lo accolgono senza scopi reconditi, per il semplice piacere di condividere con un altro essere umano quello che hanno ma soprattutto quello che sono, con un sorriso. Madagascar aspettaci perché ritorneremo presto! Alessandra Rossi