Il Tè Malese
Si chiama Thea Sinensis, e ogni anno ottocento miliardi di tazze con le foglioline di questa pianta miracolosa vengono bevute dagli umani di tutta la Terra. Il miracolo avviene da parecchi secoli, se si dà retta alle leggende: nel 2737 a.C. un imperatore cinese a caccia si imbattè nella piantina selvatica e, meravigliato per i suoi aromi, ne fece un infuso nazionale. Anzi, internazionale, se è vero che oggi ci sono tremila varietà di tè nel mondo e la bevanda gode di tanta considerazione. I giapponesi lo hanno ritualizzato e gli inglesi lo hanno globalizzato, come capita sovente alle cose di questi due popoli. In Malaysia, la situazione è intermedia. Nel 1885 l imperial surveyor William Cameron esplorò le colline che sono un po la dorsale della penisola malese e che culminano nel picco Gunung Tahan, a 2000 metri. Colline arrotondate, bei panettoni verdi e morbidi, che attirano su di sé le nuvole, e per questo ricordano un po la Grande Bretagna. Un clima un po umido, il verde negli occhi, la temperatura calda, il massimo per un suddito britannico. Cameron diede il nome a quelle colline, visto che allora la Malaysia faceva parte dell Impero Vittoriano. Nel Novecento, sul finire dei Venti, vennero altri inglesi e in quel tappeto verde piantarono del tè. Russell lo fece fondando una compagnia che oggi domina la produzione di pregiato tè malesiano, la Boh Tea Estate. Ancora oggi il paesaggio è quello: verde intenso, con il tè che cresce sui pendii. Si possono vedere le piantagioni, la raccolta, visitare i centri dove il tè viene lavorato. Il processo di trasformazione è lungo: si seccano le foglie con la ventilazione, poi si rollano fino alla rottura delle cellule vegetali, che liberano gli enzimi dell ossidazione. Inizia allora la fermentazione controllata che forma gli aromi e i profumi del tè. Poi si secca ancora l insieme, per metterlo a maturare nei contenitori. Questo è il processo per il tè malese, ma esistono tè semi fermentati e non fermentati. Ogni visita termina con la degustazione di vari blend e l acquisto del tè preferito. Prosit. Valerio Griffa