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In viaggio di nozze alle Isole Falkland

Quando parlando con amici e parenti comunicavamo loro la meta di quello che sarebbe stato il nostro viaggio di nozze, le reazioni dei nostri interlocutori erano delle più varie, ma tutte improntate alla meraviglia rispetto ad una scelta così poco consueta. "Falkland? Ma dove stanno?" era la domanda più frequente che ci rivolgevano, perché la maggior parte di loro non erano in grado di collocarle geograficamente in un'area precisa. Alcuni le pensavano nel Pacifico, altri giustamente nell'oceano Atlantico ma non sapevano dire bene a quale latitudine. Qualcun altro le ricordava vagamente come teatro di un recente conflitto bellico tra la Gran Bretagna e l'Argentina ma pochissimi di loro sapevano come era finita quella strana guerra. Tutti però infine ci ponevano un'altra domanda "ma che ci andate a fare?" Già, che ci si va a fare su delle isole di fronte alla Patagonia argentina, poco sopra il continente antartico, spazzate quasi costantemente da venti che i naviganti chiamano affettuosamente "i quaranta ruggenti"? In effetti se si amano i luoghi esotici alla moda, affollati di "bella gente" e con alberghi di lusso dove far sfoggio di guardaroba firmati, le isole Falkland non rappresentano, almeno per il momento, il massimo in tal senso. Ma se si coltivano interessi naturalistici, con propensione per gli ambienti delle latitudini estreme, dove l'impatto antropico è quasi nullo, allora ci si spiega come mai questo insieme di isole sperdute può rappresentare una meta di particolare interesse. L'arcipelago è costituito da due isole principali di discrete dimensioni e dal profilo molto frastagliato, e da altre settecento isole più o meno piccole, parecchie delle quali grandi non più di uno scoglio. La popolazione residente, quasi tutta di origine inglese, ammonta a poco più di duemila abitanti, dei quali almeno 1200 residenti nella capitale Port Stanley, e occupati nei servizi essenziali. Gli altri sparsi nelle fattorie, perlopiù sono dediti all'allevamento delle pecore. Vi sono anche circa duemila soldati, quasi tutti segregati nella base aerea di Mount Pleasant, in attesa di una nuova eventuale, quanto ipotetica, invasione argentina. A dire il vero sembrano come i personaggi del libro di Buzzati "il deserto dei tartari" che aspettano un nemico inesistente. Da tutto questo si può capire come la presenza umana sia molto contenuta e in alcune isole quasi trascurabile o del tutto assente. Ciò ha consentito la conservazione di alcuni ambienti unici con una ricchissima e particolare fauna. Spiccano in tal senso una sessantina di specie di uccelli che stabilmente vi si riproducono, comprese cinque specie di pinguini. Molto interessanti sono anche le presenze di mammiferi marini, tra i quali è doveroso citare le colonie di leoni e di elefanti marini. Quello che sorprende quindi è la diversità di specie, non comune a queste latitudini, legate tra di loro in una catena alimentare che trae dagli organismi marini la sua fonte principale di energia. Non è difficile immaginare quale abbondanza di alghe e di krill sia presente in questa parte di oceano Atlantico. Da non perdere assolutamente l'isola di Sea Lion, una delle più a sud, che si raggiunge solo con un volo della locale compagnia interna, la FIGAS, su aerei a sette posti. Lunga solo una decina di chilometri e larga un paio, nell'unica minuscola fattoria presente è stato costruito un piccolo lodge di particolare bellezza, con una dozzina di posti letto. Su quest'isola Jenny Luxton accoglie i suoi ospiti con calore e cordialità più mediterranee che britanniche. Appassionata naturalista svela a tutti i luoghi più suggestivi dove nidificano le varie specie e volentieri accompagna i suoi ospiti, con l'unica Land Rover che esiste, in un giro di esplorazione. L'isola racchiude un concentrato della fauna delle Falkland, con colonie di pinguini papua, di pinguini Maggellano e gli incredibili pinguini Rockhopper veri piccoli freeclimber dai caratteristici ciuffi gialli come sopraccigli, che ogni sera ritornano alla loro colonia scalando alcune decine di metri di una falesia a picco sul mare. Ci sono i nidi degli eleganti cormorani imperiali e di quelli di Maggellano, i nidi dei caracara striati e quelli crestati , rapaci comuni da queste parti che non esitano ad attaccare i turisti più indiscreti. Vi sono anche coppie di falchi pellegrini che volteggiano sulla spiaggia dove gli enormi maschi di leoni marini si crogiolano al sole, quando c'è. Si può passeggiare quasi ovunque, stando comunque attenti a non finire faccia a faccia con gli elefanti marini che riposano vicino alle spiagge dell'isola. Giorni indimenticabili quelli di Sea lion per chiunque ami questo tipo di emozioni, per i fotografi naturalisti che rimarranno sorpresi dalla quantità e dalla bellezza della fauna locale e da come abbia un minima distanza di fuga, tanto da rendere quasi inutili i teleobiettivi sopra i 300 mm. Pochi lo sanno ma queste isole vennero visitate da Darwin nel suo famoso viaggio a bordo del Beagle, ed impressionarono notevolmente il famoso naturalista quanto le più famose Galapagos. Tutto sommato rappresentano ancora oggi uno degli ambienti meno alterati e più interessanti da vedere e da conoscere. Insomma uno dei posti dove vale la pena di Viaggiare per conoscere. Paola Calvetti e Umberto Ruvolo