img_element_12713_sifnos-e-l-arte-vasaia-un-piccolo-viaggio-in-una-grande-arte

Sifnos e l'arte vasaia: un piccolo viaggio in una grande arte

Già dall  era preciclaiditica, gli abitanti di Sifnos sapevano che la natura aveva donato loro giacimenti di argilla di ottima qualità. Così, sfruttando questi ultimi, creavano utensili di ceramica, statuette o ornamenti per la loro vita quotidiana. Questa loro arte la conservarono e la migliorarono nel corso dei secoli, adattandola, di volta in volta alle condizioni culturali e sociali di ogni periodo. Nel XVII secolo ci fu il grande sviluppo economico, a cui seguirono la decadenza del secolo XVIII e gli eventi della nazione greca nel XIX. Nel corso di quegli anni, diminuì progressivamente la produzione dei tessuti di cotone e chiusero le piccole industrie tessili locali. Contemporaneamente, e mentre le colture agricole erano limitate, ci fu un aumento della popolazione, che causò un forte e pesante aumento della disoccupazione. Il problema fu risolto dagli stessi abitanti, da una parte con movimenti di emigrazione e dall  altra con lo sviluppo dell  arte vasaia. Quest  ultima trovò terreno fertile nell  abbondanza di abili artigiani e nella fonte inesauribile di materie prime (argilla, sole, acqua, cespugli). Fin dai tempi antichi gli abitanti di Sifnos si erano dedicati alla creazione di oggetti di ceramica per la casa, e principalmente di utensili per cucinare (tsikalia) e per trasportare l  acqua (brocche, orci); e per questa loro attività divennero conosciuti in tutto il Mediterraneo. Negli anni prima della liberazione dai turchi, anche per paura dei pirati, i laboratori di ceramica si erano sviluppati nei quartieri di Artemonas e dei vicini centri abitati. Più tardi però, con il ritorno della pace nell  Egeo, essi furono spostati nelle baie dell  isola, e soprattutto in quelle che erano protette dai venti del nord. Vathì, Platys Ghialos, Herronnisos, Kamares, sono alcuni dei posti, che sono diventati centri importanti della produzione della ceramica. Anticamente, gli artigiani che lavoravano in questi centri uscivano di casa il lunedì e vi facevano ritorno il sabato pomeriggio o la sera. I prodotti venivano caricati su grandi barche, per essere venduti in altre regioni della Grecia o all  estero. Già dal 1835, l  esportazione di ceramica era fiorente, come è riferito in un documento stilato dal console francese di stanza dell  isola. I laboratori di ceramica si dividevano in piccoli e grandi. Quelli piccoli erano a conduzione familiare e quasi tutti membri della famiglia vi lavoravano; invece, quelli grandi, per via della forte produzione avevano bisogno di molto personale. Tuttavia, col tempo, il numero degli artigiani aumentò tanto, che il suo numero divenne eccessivo per l  isola. Questo ebbe come risultato l  esportazione di manodopera artigiana altrove. Gli artigiani infatti, cominciarono ad emigrare piano piano in altre regioni, rimanendovi per brevi periodi o sistemandovisi definitivamente. Al principio si organizzavano in gruppi di due o quattro e partivano dall  isola amata in primavera, per farvi ritorno in autunno. Di solito si recavano nelle isole vicine (Paros, Naxos, Andros), dove trovavano dell  ottima alrgilla; organizzavano, così, il loro laboratorio, e rifornivano gli abitanti locali di tutti gli oggetti di cui avevano bisogno. Poi, in inverno, tornavano a Sifnos e si occupavano delle colture agricole. Altri si recavano ad Atene o altre regioni della Grecia per assicurarsi il pane quotidiano. La tradizione racconta che il primo artigiano vasaio emigrò ad Atene nel 1833. Tutti gli emigranti, comunque, incominciarono come lavoratori stagionali, ma alla fine si sistemarono definitivamente nelle regioni in cui si erano recati. Durante le sue ricerche, la scienziata, e amica dell  isola, Eleni Spathari Begliti, ha incontrato artigiani di Sifnos, oltre che nell  Attica, anche a Syro, Mani, Eraklio e Hanià di Creta, a Kolymbari, nella Calcidica, a Karisto, a Skopelos, a Mitilene, Tasso, Volo e altrove. La corrente principale di emigrazione, comunque si diresse verso le zone di Marussi, Ag. Paraskevì, Halandri e Kalogresa. Ad Atene, adattarono la produzione dei loro prodotti alle necessità locali. Così, prima dell  istallazione dell  impianto idrico e della comparsa di utensili da cucina in alluminio, venivano prodotti principalmente pentolame da cucina e orci per il trasporto dell  acqua da Marussi ad Atene. D estate, inoltre, la richiesta aumentava, così i vecchi emigrati assumevano i nuovi arrivati da Sifnos, i quali, a loro volta, si stabilivano anche essi in città. Questa corrente a senso unico portò alla riduzione del numero di laboratori nell  isola e al loro degrado. Tuttavia, lo sviluppo turistico di Sifnos, in combinazione con il ritorno di Greci e stranieri ai prodotti tradizionali, ha ridato vita a quest  arte che aveva già dato da vivere a generazioni e generazioni di Sifnos. In questo modo, abbiamo la possibilità, visitando l  isola, di trovare una grande quantità di oggetti di ceramica (orci, utensili per la cucina, cappe per i camini, e altre cose), fatti con argilla di Sifnos e dalle abili mani di artigiani di Sifnos.